Riaperto caso Poggi: DNA lega Andrea Sempio all'omicidio del 2007 a Garlasco

Riaperto caso Poggi: DNA lega Andrea Sempio all'omicidio del 2007 a Garlasco
Mirko Bellini 27 nov 2025 0 Commenti

Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi, una ventiseienne di Garlasco, venne trovata morta in casa sua, con segni di violenza brutale. Diciotto anni dopo, il caso che aveva lasciato un vuoto incolmabile nella comunità lombarda è tornato in vita. Nell’marzo 2025, la Procura di Pavia ha ufficialmente inserito Andrea Sempio, 37 anni, impiegato in un negozio di telefonia, tra gli indagati per concorso in omicidio. La svolta? Due campioni di DNA trovati sotto le unghie della vittima corrispondono al profilo genetico di Sempio — e non a chi era stato condannato e poi assolto.

Il DNA che ha riaperto un caso sepolto

La chiave del nuovo corso investigativo è un’analisi riveduta da Ugo Ricci, biologo genetista che aveva lavorato per la difesa di Alberto Stasi. Ricci ha rivisitato i campioni già presenti negli atti del processo, con un metodo moderno e una doppia conferma da parte di Lutz Roewer, esperto tedesco di fama mondiale. "I profili genetici sono estremamente leggibili", ha dichiarato Ricci. "Per due dei nove campioni, la compatibilità con Sempio è statistica mente altissima. Stasi è escluso. Ma questo non è un colpo di grazia: serve altro".

La risposta della difesa di Sempio è stata immediata. Luciano Garofano, ex comandante del RIS e consulente della difesa, ha definito il campione "inidoneo" anche con le tecniche più avanzate. "Non si può costruire un’accusa su un traccia così debole", ha detto. Ma la Procura, guidata da Fabio Napoleone e dal sostituto Stefano Civardi, ha insistito: il campione è ora "perfettamente utilizzabile ai fini processuali".

La rete di indizi che non si era vista prima

Oltre al DNA, l’indagine ha riportato alla luce una serie di elementi che, all’epoca, erano stati trascurati. Nel 2016, la difesa di Stasi aveva già presentato un rapporto che escludeva lui come autore del DNA sotto le unghie, indicando invece un "conoscente" della vittima. Quel nome — Andrea Sempio — era già noto alle forze dell’ordine: era un amico di Marco Poggi, il fratello minore di Chiara. Sempio, si sapeva, andava in bicicletta per Garlasco, aveva la stessa taglia di scarpe di Stasi (42), e non aveva un alibi solido per la sera del delitto.

Oggi, quei dettagli assumono un altro peso. Gli investigatori hanno rintracciato tre chiamate telefoniche tra Sempio e un numero sconosciuto, effettuate nelle ore successive all’omicidio. Hanno trovato un scontrino, conservato per quasi un anno, di un bar in centro a Garlasco, datato 14 agosto 2007. "Non è un semplice scontrino — ha spiegato un fonte della Procura — è stato conservato come un trofeo".

Le orme trovate sulla soglia di casa Poggi, finora mai confrontate con le scarpe di Sempio, saranno oggetto di un nuovo esame. Anche le impronte digitali trovate su una finestra della villa di via Pascoli, dove viveva Chiara, sono state riattivate. E c’è un pezzo mancante: la tastiera di un PC che Sempio usava nel 2007 e che è scomparsa dagli archivi. "Potrebbe contenere cronologie, messaggi, ricerche", dice un agente dei Carabinieri di Milano, incaricati dell’indagine.

La battaglia legale e il peso della famiglia

La richiesta di riaprire il caso era stata respinta dal GIP di Pavia nel 2024. Ma la Procura ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione — e ha vinto. "È un caso raro che un’indagine archiviata per 18 anni venga riaperta su base scientifica e non su testimonianze", ha commentato un esperto di diritto penale. "Qui si tratta di DNA, di dati oggettivi. E di un’attenzione mai vista alla famiglia".

La famiglia Poggi è parte civile in ogni fase. Il loro avvocato, Francesca Rovelli, ha depositato formalmente l’incarico. "Non ci siamo mai arresi. Abbiamo aspettato diciotto anni per una verità. Ora, finalmente, qualcuno ci sta ascoltando".

Il test del DNA e l’impatto sulla comunità

Andrea Sempio, che lavora ancora nel negozio di telefonia, è stato convocato per un test genetico al centro forense dei Carabinieri a Milano. Il suo avvocato, Massimo Lovati, ha detto che il suo cliente è "molto stanco" e "malato". Sempio ha preso alcuni giorni di permesso dal lavoro. Il test, previsto per i prossimi giorni, sarà un "accertamento tecnico irripetibile" — un esame che non potrà essere ripetuto, con la presenza dei consulenti di entrambe le parti.

La notizia ha scosso Garlasco. Un paese di 8.000 anime, dove tutti si conoscono. "Chiara era una ragazza dolce, sempre in giro con gli amici", racconta una vicina di casa. "E Sempio? Lo conoscevo. Sempre tranquillo, un po’ chiuso. Ma mai qualcuno avrebbe detto...". La voce si spezza.

Il caso ha anche riacceso il dibattito su come si gestiscono le prove in Italia. Nel 2007, le tracce di sangue trovate su un tappeto in auto furono scartate perché "non si sapeva se fossero sangue". Oggi, con nuove tecniche, sono state identificate come emoglobina umana. "Il passato non è morto — ha detto Ricci — solo che non avevamo gli strumenti per ascoltarlo".

Cosa succederà ora?

La Procura ha 60 giorni per decidere se chiedere il rinvio a giudizio. Se così sarà, Sempio affronterà un processo per concorso in omicidio, non per omicidio volontario. La differenza è cruciale: il primo implica un ruolo secondario, il secondo un’azione diretta. Ma il pubblico ministero ha già detto che "le prove stanno convergendo verso un unico autore".

Intanto, i Carabinieri cercano ancora il PC. E la comunità aspetta. Non solo per giustizia. Ma per chiudere un capitolo che nessuno voleva riaprire — e che ora, con un filo di DNA, ha ripreso a respirare.

Frequently Asked Questions

Come è possibile che il DNA di Sempio sia stato trovato solo ora?

I campioni di DNA raccolti nel 2007 erano conservati, ma le tecnologie di analisi erano meno sensibili. Nel 2025, il biologo Ugo Ricci ha riutilizzato quegli stessi campioni con tecniche avanzate, confermate da un esperto tedesco. Il profilo genetico era presente, ma non riconoscibile fino a oggi.

Perché è stato assolto Alberto Stasi e ora si punta su Sempio?

Stasi fu condannato nel 2010, ma l’assoluzione nel 2016 arrivò dopo che un’analisi genetica escluse lui come autore del DNA sotto le unghie. Da allora, l’indagine si era concentrata su un "conoscente" della vittima, identificato come Sempio. Ora, con nuove prove, la Procura ha trasformato quell’ipotesi in un indagato ufficiale.

Cosa significa "concorso in omicidio" e non omicidio volontario?

Concorso in omicidio indica che Sempio potrebbe non aver agito da solo, ma aver aiutato, organizzato o istigato il delitto. Non implica che sia stato lui a colpire Chiara, ma che ne abbia avuto un ruolo attivo. È una posizione giuridica più delicata, ma ancora molto grave.

Perché la Procura ha vinto il ricorso alla Cassazione?

La Cassazione ha ritenuto che il DNA, pur non essendo prova assoluta, fosse sufficientemente solido e nuovo da giustificare la riapertura. Inoltre, la presenza di altri elementi — chiamate, scontrino, impronte — ha creato un quadro coerente che prima non esisteva.

Cosa succede se il test del DNA di Sempio non corrisponde?

Se il test conferma l’incompatibilità, la Procura dovrà chiudere l’indagine. Ma se il risultato è positivo, potrebbe chiedere il rinvio a giudizio entro 60 giorni. L’analisi sarà irripetibile, quindi è un momento decisivo. La difesa ha già chiesto la presenza di esperti indipendenti.

Perché la famiglia Poggi ha aspettato così a lungo?

Per anni, la famiglia ha sentito che le indagini si bloccavano per errori tecnici e mancanza di risorse. Quando Stasi fu assolto, si sentirono traditi. Ma hanno continuato a collaborare con gli avvocati, conservando documenti e chiedendo aggiornamenti. La loro tenacia ha reso possibile questa svolta.